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Perché e come investire nel vino ?

Perché e come investire nel vino ?

Quando si parla di investimenti, si pensa in un primo a degli investimenti tradizionali, come ad esempio l'investimento immobiliare, quello in azioni, in valute o anche in materie prime. Ma esistono anche degli altri ambiti in cui può essere interessante investire, tra cui l'ambito del vino. Si tratta di una fonte di diversificazione del proprio portafoglio che può rivelarsi rilevante da coltivare, a condizione naturalmente di avere un minimo di interesse e di conoscenze in questo campo.

L'investimento nel settore del vino è in effetti complesso, come qualsiasi altro investimento. Certamente ci sono stati degli esempi di bottiglie che hanno guadagnato molto rapidamente oltre il 70% del loro valore, ma questa non è sicuramente la maggioranza dei casi, ed in generale questo è un investimento che va pensato nel lungo termine. In effetti, l'orizzonte di investimento è nell'ordine di almeno cinque anni. Perciò, un investitore che vuole liquidare la sua cantina nei primi due anni ha almeno il 50% di rischio di perdere il suo denaro. 

La scelta delle bottiglie e la loro conservazione

È importante investire in determinate categorie di vino piuttosto che in altre per avere un investimento il più affidabile possibile. Occorre quindi privilegiare soprattutto le regioni di Bordeaux, Borgogna ed eventualmente della Côtes du Rhône. Non vale la pena di acquistare dei premiers crus tra i primi classificati che si vendono a prezzi molto cari, ma si deve comunque investire in vini di qualità con denominazioni note. Occorre diversificare la propria cantina in termini di millesimi, e non esclusivamente rivolgersi a dei millesimi troppo datati, la maggior parte delle transazioni riguarda delle bottiglie tra i 15 e i 20 anni di età.

È essenziale riporre grande cura nella conservazione del proprio investimento, avendo una cantina con una bassa variazione della temperatura e un tasso di umidità sufficiente ad impedire l'ossidazione. Le bottiglie si rivendono tanto più facilmente quanto più sono in perfette condizioni, nello specifico per quanto riguarda la loro etichetta 

I diversi metodi di investimento

Uno di questi è l'acquisto diretto, che si può fare attraverso dei siti di vendita all'incanto come Idealwine.com, stoccando poi i vini a casa propria (è importante in questo caso pensare a estendere la propria assicurazione sulla casa). Il modo migliore per poi rivendere rimangono le aste. Secondo gli studi, i costi sono dell'ordine del 15 al 20%. Il guadagno è soggetto a imposta sulle plusvalenze.

la creazione di una cantina tramite una società specializzata come Cavissima o Patriwine. In questo caso, questi fornitori fanno una preselezione delle bottiglie, si occupano dello stoccaggi e mettono a disposizione un servizio di rivendita. Attraverso questi servizi si può beneficiare di un'esenzione sull'IVA (20%), dal momento che le bottiglie sono stoccate in porti franchi. Questo metodo è particolarmente interessante al momento della rivendita, che si può rivelare come un passo complesso.

Investire in fondi di investimento specializzati come Uzès Grands Cru (approvato dall'AMF). Ne esistono tuttavia pochi, e i rendimenti possono essere molto aleatori.

Investire in azioni in ambito vinicolo. Si tratta di un movimento particolarmente interessante, trattandosi più o meno di scegliere di investire in un gruppo fondiario vinicolo (GFV). In questo caso, il rendimento è in media dal 2 al 2,5%. Il vantaggio principale è quello della tassazione sulla base dell'imposta di solidarietà sulla ricchezza (ISF). Infatti, viene incluso nel patrimonio solo il 25% del valore fino a 101 897 euro, il 50% oltre. In caso di donazione o di successione, si applica a ciascun beneficiario un abbattimento del 75% del valore fino a 101 897 euro, e il 50% oltre. 

Investire nel vino può quindi un'operazione finanziaria interessante a patto naturalmente di vedere questo investimento nel lungo termine e di avere un interesse per l'argomento, al fine di seguirne le notizie e quindi realizzare dei movimenti di acquisti e delle vendite vantaggiose.

Consigliamo tuttavia che il vino rimanga una diversificazione degli investimenti. Pertanto, non dovrebbe superare il 5% del patrimonio, dal momento che, come qualsiasi altro investimento, comporta dei rischi.

 

Ultimo aggiornamento il 15/02/17

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